L’interazione genitori-figli può affrontare diverse e continue difficoltà a seconda delle fasi del ciclo vitale della famiglia che si attraversano: la nascita e la cura dei figli piccoli, l’età scolare, l’adolescenza e il periodo in cui i figli diventano giovani adulti.
Difatti uno dei compiti dei genitori è quello di equilibrare protezione e spinta all’autonomia e quindi favorire lo svincolo dalla famiglia d’origine e creare così un altro sottosistema familiare (quello della coppia). Un comportamento adeguato da parte del genitore alle esigenze specifiche dell’età del figlio, produrrà unicamente effetti a catena positivi, nonostante il frequente conflitto generazionale.
Il prototipo più auspicabile di stile genitoriale è quello autorevole, dove vige una gerarchia e dove sono rispettate le regole, non per paura di una punizione, ma perché il fanciullo interiorizza la bontà intrinseca presente in esse. Il genitore, che ha suo figlio nella testa e nel cuore, dovrebbe: mantenere una coerenza tra le sue decisioni e le sue azioni, così da ottenere il rispetto e la stima del figlio, saper valorizzare i meriti dei figli per aiutarli a crescere forti e sicuri di sé e comprendere il loro punto di vista, responsabilizzandoli in modo graduale.
Proprio grazie al gioco relazionale che i figli richiedono, l’essere genitori può diventare un impegnativo ma anche nutriente momento di cambiamento, dove gli errori possono essere occasioni di incontro e scambio.
Essere genitore non garantisce il saper fare il genitore, non esistono genitori e figli perfetti, è un’impresa creativa.
“Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegare loro le cose”
— Antoine De Saint-Exupéry, Il piccolo principe