Come capire per tempo se proprio figlio è vittima di bullismo?

Il bullismo fa parte della classe dei comportamenti aggressivi e può essere presente durante tutto l’arco di vita dell’individuo e assumere forme diverse a seconda dell’età, è però sempre caratterizzato da intenzionalità, persistenza e squilibrio di potere. Il bullismo è contraddistinto da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima.

Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico.

Il bullismo diventa cyberbullismo quando si manifesta in rete. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet, luoghi “protetti”, anonimi, deresponsabilizzanti e di facile accesso, quindi perversamente “adatti” a fini prevaricatori come minacciare, deridere e offendere.

Il bullismo appare fondarsi su un disagio familiare che spinge l’individuo a mettere in atto comportamenti vessatori essenzialmente per due differenti ragioni quali l’apprendimento pregresso e il vissuto di rivalsa, invertendo però il proprio ruolo e identificandosi così con l’aggressore.

I campanelli di allarme per capire se il proprio figlio ne è vittima sono:

  • stress emotivo e senso di impotenza nell’affrontare la situazione e tentare di mettervi fine;
  • maggior rischio di sviluppare disturbi mentali, come ansia o depressione;
  • manifestazione di tendenze autolesioniste, o persino suicide;
  • calo del rendimento scolastico e difficoltà a socializzare.

Le ripercussioni di simili episodi si manifestano a lungo termine anche in età adulta.

Dr.ssa Simona Pangallo

Dr.ssa Simona Pangallo

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
Operatrice di Training Autogeno
Terapista EMDR